
Ichemia ed emorragia cerebrale
Ischemia cerebrale
L'ischemia cerebrale è una condizione patologica caratterizzata da una riduzione o interruzione del flusso sanguigno al cervello, con conseguente insufficiente apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule nervose. Questa carenza può portare a danni neuronali e, nei casi più gravi, alla morte cellulare, compromettendo le funzioni cerebrali.
L'ischemia cerebrale può essere transitoria (TIA, attacco ischemico transitorio), con sintomi temporanei e reversibili, oppure permanente (ictus ischemico), con conseguenze neurologiche più gravi e potenzialmente irreversibili. Le cause principali includono trombosi, embolia e ipotensione grave, spesso associate a fattori di rischio come ipertensione, diabete, aterosclerosi e fibrillazione atriale.
Dal punto di vista clinico, i sintomi variano in base all'area cerebrale colpita e possono includere debolezza muscolare, difficoltà nel linguaggio, perdita della vista e alterazioni cognitive. La diagnosi si basa su tecniche di imaging come la TC cerebrale e la risonanza magnetica, mentre il trattamento prevede approcci farmacologici (trombolitici, anticoagulanti, antiaggreganti) e interventi riabilitativi per migliorare le funzioni compromesse.
La prevenzione è fondamentale e si basa sul controllo dei fattori di rischio cardiovascolari attraverso uno stile di vita sano e l'uso di terapie mediche mirate.
Emorragia cerebrale
L'emorragia cerebrale è un'emergenza neurologica caratterizzata dalla rottura di un vaso sanguigno intracranico, con conseguente fuoriuscita di sangue nel parenchima cerebrale o negli spazi circostanti (subaracnoideo, subdurale, intraventricolare). Questa condizione può causare danni significativi al cervello per effetto compressivo, aumento della pressione intracranica (PIC) e riduzione del flusso sanguigno cerebrale (CBF), portando a ischemia secondaria e danno neuronale.
Cause e Fattori di Rischio
Le principali cause di emorragia cerebrale includono:
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Ipertensione arteriosa: causa più comune, associata a microangiopatia e rottura di piccoli vasi nei gangli della base, nel talamo, nel ponte e nel cervelletto.
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Traumi cranici: possono determinare ematomi epidurali, subdurali o emorragie intraparenchimali.
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Aneurismi cerebrali e malformazioni vascolari: MAV, angiopatia amiloide cerebrale e cavernomi aumentano il rischio di sanguinamento spontaneo.
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Disturbi della coagulazione: patologie emorragiche, uso di anticoagulanti o trombocitopenia possono favorire emorragie spontanee.
L'esordio è generalmente improvviso e può includere:
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Cefalea intensa e acuta, spesso descritta come "il peggior mal di testa della vita" nei casi di emorragia subaracnoidea.
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Deficit neurologici focali: emiparesi, emianopsia, disartria.
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Alterazioni dello stato di coscienza, fino al coma nei casi gravi.
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Crisi epilettiche.
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Segni di ipertensione endocranica: nausea, vomito, bradicardia, anisocoria.
La TC cerebrale senza mezzo di contrasto è l’esame di prima scelta per confermare il sanguinamento e determinarne la sede e l'estensione. In casi selezionati, si possono utilizzare RM con sequenze SWI per identificare microemorragie o angiografia (TC, RM o digitale) per escludere malformazioni vascolari o aneurismi.
Trattamento
Il trattamento varia in base alla gravità dell'emorragia e alle condizioni del paziente:
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Stabilizzazione dei parametri vitali e monitoraggio della pressione intracranica.
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Controllo della pressione arteriosa, generalmente con farmaci come labetalolo o nicardipina per evitare l'espansione dell'ematoma.
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Reversal dell'anticoagulazione nei pazienti in terapia con anticoagulanti.
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Terapia osmotica (mannitolo o soluzione ipertonica) nei casi di ipertensione endocranica.
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Chirurgia: evacuazione dell’ematoma nei casi di deterioramento neurologico, emorragia cerebellare voluminosa o idrocefalo ostruttivo.
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Riabilitazione neurologica per il recupero funzionale nei pazienti stabilizzati.




